Di Mohammad Amin Wahidi Gli ultimi rapporti dalla Turchia mostrano come centinaia di richiedenti asilo afgani siano rimasti senza dimora dopo il forte terremoto che ha sconvolto il...
Di Mohammad Amin Wahidi
Gli ultimi rapporti dalla Turchia mostrano come centinaia di richiedenti asilo afgani siano rimasti senza dimora dopo il forte terremoto che ha sconvolto il paese.
I richiedenti asilo, centinaia tra i quali molte donne e bambini, stanno ora chiedendo aiuto per la terribile situazione che si è venuta a creare in seguito a tale tragedia.
Questi rifugiati sono persone fuggite dalla guerra, dal genocidio, dall’ingiustizia e dai trasferimenti forzati in Afghanistan e che ora stanno cercando un posto in cui poter soravvivere.
Ciò per cui stavano protestando, prima del terremoto, era lo stato delle loro richieste d’asilo presso l’Ufficio dell’UNHCR in Turchia. Alcuni mesi fa, attraverso una lettera aperta, richiedevano l’attenzione dell’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), dell’IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e di altre organizzazioni resposabili dei rifugiati, di rivedere le loro richieste d’asilo in tempi più rapidi.
Questa volta, dopo il terremoto in Turchia, un gruppo di richiedenti asilo afghani hanno scritto un messaggio ad “Hazara People”, con la speranza che la loro voce potesse finalmente giungere agli enti e alle organizzazioni competenti.
Con l’inverno alle porte, i richiedenti asilo senza dimora, si troveranno ad affrontare una catastrofe se non verranno per loro trovati dei rifugi d’emergenza.
“Hazara People” chiede alle organizzazioni umanitarie e di beneficenza di prestare il loro aiuto a queste persone, e chiede inoltre, ad organizzazioni quali UNHCR e IOM di intraprendere le azioni necessarie per risolvere questo urgente problema .
Pubblichiamo qui di seguito il messaggio inviato ad “Hazara People” dai rappresentanti dei richiedenti asilo afgani in Turchia.
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Egregio Signore/Signora
Sto scrivendo questa lettera in una situazione molto spiacevole.
Come saprete, moltissime persone sono state colpite dal terremoto avvenuto nella città di Van, ma i rifugiati afgani sono stati colpiti due volte da questa tragedia.
4600 rifugiari afgani vivono in Turchia e circa 2000 si trovavano a Van lo scorso anno. Ciò dimostra che circa metà di essi si trovavano lì durante il terremoto. I rifugiati dovevano già fronteggiare molti problemi, ma dopo il terremoto questi problemi sono aumentati più di quanto chiunque potesse pensare. Un esempio: a causa della mancanza del permesso di lavoro, queste persone non hanno soldi per mangiare, inoltre non sono in grado di leggere e non possono mandare i loro figli a scuola. Secondo le leggi della Turchia, un rifugiato non può spostarsi da una città all’altra o da una provincia all’altra. Ciò è il motivo per cui non possiamo visitare i nostri parenti, che si trovano in altre città, per molti giorni o per settimane, siamo in questo modo costretti a vivere al freddo senza alcun tipo di aiuto.
Queste leggi vengono applicate in tutte le città della Turchia ed anche a Van.
Naturalmente tutti sono stati colpiti da questa tragedia, ma noi stiamo soffrendo ulteriormente a causa degli innumerevoli problemi che abbiamo per il fatto di essere stranieri, e a causa del fatto che non riceviamo nessun aiuto dalle istituzioni e dalle organizzazioni.
Noi non abbiamo un’identità ufficiale e il problema della lingua non ci permette neppure di spiegare quali siano le nostre necessità; per questo motivo non riceviamo alcun beneficio dagli aiuti che stanno arrivando qui. Il governo non può risolvere nemmeno i problemi dei cittadini di Van, come potrebbe risolvere i nostri?
Il modo migliore di risolvere i nostri problemi sarebbe quello di andare in un’altra città, o in un altro Paese. Ieri la polizia turca ha permesso ai rifugiati di andarsene da Van, il problema è iniziato quando essi hanno chiesto alla polizia della provincia in cui si erano recati di aiutarli o di mostrare loro un posto o un dormitorio pubblico in cui trascorrere la notte. La polizia non li ha aiutati né ha permesso loro di andare in un’altra città.
Chiediamo per questo motivo il vostro aiuto, noi non abbiamo perso le nostre vite sotto le macerie, ma rischiamo seriamente di perderle a causa del freddo e della scarsità di cibo.
Contatto: Ali Hekmat
Afghan refugee coordinator in Kayseri – Turchia
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