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fonte:occiriente questo hanno urlato le donne hazara a Quetta. “Fermate, fermate fermate fermate il massacro degli hazara, fermate…” Un unico urlo ripetuto urlato migliaia di volte lungo la...

fonte:occiriente

questo hanno urlato le donne hazara a Quetta. “Fermate, fermate fermate fermate il massacro degli hazara, fermate…” Un unico urlo ripetuto urlato migliaia di volte lungo la via a raggiungere il Senato della Provincia del Balucistan. Un unico urlo delle donne hazara al cancello chiuso del Palazzo dell’Assemblea, lì dove, braccialetti infilati su di un cordone verde a mo’ di collana, erano stati da loro posti in segno di sfregio, a dire all’inefficienza dei governanti: vi diamo i nostri bracciali, indossateli, voi non siete uomini! Così, i volti contratti da sdegno dolore disperazione, le donne hazara hanno urlato al mondo i diritti di un popolo.

Motivo permanente: l’escalation di massacri, segnalato da occiriente in pagine e pagine, da quel 19 settembre 2011 con l’attacco all’autobus di pellegrini a quel seguente 4 di ottobre con l’autobus di operai, a quello di tutti i giorni con uccisioni più o meno eclatanti.

Massacri che hanno insanguinato, insanguinano le strade di Quetta ivi inclusa Hazara Town, città nella città, in cui vive la comunità hazara. Quella Hazara Town che fioriva silenziosa, tranquilla, indipendente, progressista finché la storia regionale a largo raggio, non ha preso a precipitare.

Motivo immediato: 29 marzo 2011, 15 giorni fa, quando la modalità si ripete e un autobus viene assaltato e si hanno 8 morti. Tutti hazara. E ancora lunedì 9 aprile, 4 giorni fa, quando in un negozio di scarpe vengono freddate 6 persone e 3 vengono ferite, da uomini in moto fuggiti all’istante. Hazara, le vittime, tutte. Erano calzolai, semplici uomini del popolo.

Il fatto è che a Quetta non vivono solo hazara, ma baluchi, pasthun, aimak. Il fatto è che gli episodi di sangue colpiscono solo gli hazara e qualche altro sciita di altra etnia, così, come per caso o contentino. Il fatto è che gli Hazara hanno impulsi di libertà derivanti dal loro essere guerrieri mongoli. Il fatto è che non sono allineati né con i nazionalisti baluchi né con quelli pasthun. Il fatto è che la comunità hazara di Quetta, pur desiderando l’indipendenza, è sempre stata leale verso il Governo Centrale del Pakistan, cosa dimostrata con il copioso numero di militari hazara, molti di alto grado, che dalla nascita del Pakistan si sono distinti per fedeltà e coraggio. Il fatto è che il fatto precedente disturba grandemente i baluchi. Il fatto è che Hazara Town è geograficamente posta sulla strada per Karachi nonché per l’Iran. Il fatto è che questo ha reso d’interesse strategico internazionale la zona. Il fatto è che i massacri si vorrebbe, anche inducessero gli Hazara a lasciare le proprie case, a svendere le proprie terre, ad abbandonare la zona. Il fatto è che gli Hazara non lo faranno mai.

Il fatto è che già nel lontano 1880 per ordine politico britannico ed esecutivo di Abdul Rahman Khan, un traditore, fu massacrato il 62 per cento degli Hazara e i superstiti non fuggirono. Il fatto è che è accaduto di nuovo e non sono mai fuggiti. Il fatto è che non è una guerra tra sciiti e sunniti ovvero tra sciiti hazara e sunniti pasthun e baluchi. Il fatto è che la verità continua ad essere dietro la facciata. Il fatto è che Ashraf Zaidi, Presidente della Conferenza degli sciiti ha detto:” Siamo pakistani e patrioti, non lasceremo Quetta per paura. Né i Baluchi né i Pasthun sono il nostro nemico.Un pugno di criminali sta cercando di distruggere l’ordine pubblico nella città della comunità hazara” Chi siano questi criminali gli Hazara non possono dirlo.
Il fatto è che, malgrado il dispiegamento di polizia, in un replay che si snoda dallo scorso settembre, i colpevoli restano sconosciuti.

Ma il fatto è anche che l’urlo delle coraggiose donne hazara, dei loro figli e padri e fratelli e mariti e…, occiriente l’ha colto ed accolto. E lo terrà presente e lo comunicherà e segnalerà. Ed è anche che occiriente accoglie e si unisce agli Hazara di tutto il mondo nel rispondere alla richiesta del leader dell’HDP, Partito Democratico Hazara, Abdul Khaliq Hazara:
“…dal 20 al 30 aprile prossimi ovunque siano gli hazara, dall’ Europa all’Australia, agli Stati Uniti, al Canada ai paesi asiatici, si proclamino 10 giorni di protesta per il genocidio del popolo hazara.”
Marika Guerrini

p.s.
.chi volesse accompagnarci nella dimostrazione di solidarietà al popolo degli Hazara, potrà farlo inviando una e-mail con il proprio nome e cognome e, se si vuole, qualifica, all’indirizzo di occiriente. Le firme verranno pubblicate sulla colonna destra di occiriente alla voce “Hazara :lettera di solidarietà” ed inviate poi alla sede dell’HDP di Quetta, oppure, se richiesto, restare in assoluto anonimato. Occiriente vivamente ringrazia.

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