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Storia del popolo Hazara  Prima Parte| Seconda parte  |  Terza e ultima parte  Ricerca e traduzione: Nicole Valentini Rete Internazionale del Popolo Hazara su FACEBOOK: https://www.facebook.com/PopoloHazara Dottor Saleem Javed: Oggi gli...

Storia del popolo Hazara

 Prima Parte| Seconda parte   Terza e ultima parte 

Ricerca e traduzione: Nicole Valentini
Rete Internazionale del Popolo Hazara su FACEBOOK: https://www.facebook.com/PopoloHazara

11692556Dottor Saleem Javed: Oggi gli Hazara vivono nelle zone ad est e ad ovest di Quetta, in due diverse località che sono a volte conosciute semplicemente come “ghetti”. Oggi gli Hazara non possono spostarsi al di fuori di queste località perché dal momento in cui lo fanno vengono inseguiti, identificati e uccisi. La natura di questi attacchi è mutata nel tempo: all’inizio erano gli intelletuali e gli ufficiali ad essere uccisi, poi fu la volta degli uomini d’affari e dei commercianti, a partire dal 2008 invece le uccisioni avvennero in modo indiscriminato. Solo nel 2012 più di 60 Hazara sono stati uccisi e tra di loro, donne, bambini, anziani e studenti. Solo lo scorso mese ad esempio, un intero autobus di studenti universari è stato preso di mira e fatto esplodere da un kamikaze.

Professor Grant Farr: Se in Afghanistan i Talebani sono potenti, in Pakistan lo sono ancora di più. Negli ultimi anni questa rapida deriva fondamentalista del Pakistan ha destabilizzando il paese e ha colpito direttamente gli Hazara. Come se non bastasse gli Hazara sono visibilmente diversi dagli altri abitanti del Pakistan, che hanno invece un aspetto più indiano meridionale. Accade spesso che gli autobus vengono fermati e gli Hazara fatti scendere, inginocchiare ai lati della strada e uccisi. Questa situazione è relativamente nuova, non era così ad esempio quando io lavoravo in Pakistan. La situazione degli Hazara in questo paese è diventata molto precaria.

Giornalista: Il primo ministro ha detto che la transizione del controllo della sicurezza dalla Nato alle autorità del paese avverrà l’anno prossimo.

Obama: Siamo uniti in un piano per abbandonare responsabilmente la guerra in Afghanistan. Dallo scorso anno stiamo operando una transizione in diverse parti dell’Afghanistan per consegnare (la gestione della sicurezza) alle forze di sicurezza afghane e ciò consentirà alle nostre truppe di iniziare il ritorno a casa.

2784867Prof. William Maley: C’è un enorme senso di apprensione al momento, in larga parte dovuto al fatto che i civili pensano che la promessa di pace sia falsa. Una nozione di pace creata dalle potenze occidentali per giustificare la decisione di terminare le operazioni in Afghanistan. I Talebani hanno dimostrato di essere una forza in grado di rinascere e ciò è in parte dovuto al fallimento del governo di Karzai di raccogliere un consenso tra i Pashtun del sud e dell’est del paese, ma soprattutto di tener conto del libero accesso al Pakistan, paese dal quale (i Talebani) sono stati in grado di operare impunemente negli ultimi sette o otto anni. Per questo motivo c’è il reale presentimento che non sarà la pace ad arrivare ma una nuova presa di potere da parte dei Talebani, oppure una guerra civile nella quale gruppi anti-Talebani verranno armati da altri attori nella regione. In tutto questo gli Hazara saranno l’unico gruppo completamente disarmato (come parte del processo di disarmo e reintagrazione avvenuto all’inizio del decennio). Nonostante alcuni Hazara abbiano compensato unendosi all’esercito nazionale, la maggior parte di loro ha meno possibilità di difesa militare rispetto a qualunque altro gruppo sociale in Afghanistan e ciò contribuisce ad aumentare il loro senso di vulnerabilità.

308440Dott. Saleem Javed: Il primo tentativo fu semplicemente quello di abbandonare l’Afghanistan a favore dei paesi vicini, ma siccome il Pakistan è diventanto un luogo molto pericoloso, gli Hazara hanno deciso di spostarsi verso l’Europa oppure verso l’Australia. Anche questi spostamenti sono però molto pericolosi, dal 2010 ad oggi (2012) quasi 300 Hazara sono morti annegati tentando di raggiungere l’Australia. Nonostante questo gli Hazara continuano a scappare in Europa e in Australia perché non hanno altre opzioni. Se rimangono in Pakistan o in Afghanistan non possono hanno certezza di cosa riserverà loro il futuro. Per questo motivo intraprendono questi viaggi rischiosi perché se riescono ad arrivare potranno almeno assicurare un futuro migliore ai loro figli.

4514462Giornalista: Molti Hazara temono fortemente di essere rimandati in Afghanistan a causa di un rifiuto della richiesta d’asilo. Il parlamentare ed ex miliziano, Haji Mohammad Mohqiq, crede che i richiedenti asilo rimandati in Afghanistan corrano un grande pericolo. Egli afferma che senza dubbio, le conseguenze di eventuali rimpatri saranno gravi. Gli Hazara rappresentano gran parte dei richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan diretti in Australia. Alcuni leader Hazara affermano che per queste persone il rischio è molto alto, in quanto molti di loro provengono da province nelle quali la presenza dei Talebani è ancora molto forte.

Con il ritiro delle forze di coalizione dall’Afghanistan nel 2014 e il deterioramento della situazione in Pakistan vedremo sempre più Hazara tentare di raggiungere l’Australia?


Prof. William Maley: In un certo senso il dibattito che si sta svolgendo riguardo il possibile ricollocamento in Australia dei richiedenti arrivati in Indonesia e il timore che questo possa rappresentare un fattore di attrazione per l’immigrazione, è un dibattito molto astratto; ciò che viene ignorato in questo dibattito è il fattore di spinta che andrà ad aumentare nei prossimi due anni in Afghanistan. Non c’è motivo di preoccuparsi di un eventuale fattore di attrazione perché si dovranno fare i conti con un fattore di spinta che aumenterà il numero di queste persone in ogni caso. Si tratta semplicemente di una risposta razionale alle minacce che le persone avvertono come incombenti sulle loro vite; e se provieni da un paese nel quale, non vieni attaccato per le tue opinioni ma per il modo in cui vieni visto dagli altri, allora c’è molto poco che tu possa fare per proteggere te stesso.

 

 

 

 

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