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Di Mehdi Etimadi La provincia di Bamiyan in Afghanistan, meglio conosciuta per le storiche statue di Buddha fatte esplodere dai talebani 10 anni fa, ha una nuova attrazione...

Di Mehdi Etimadi

La provincia di Bamiyan in Afghanistan, meglio conosciuta per le storiche statue di Buddha fatte esplodere dai talebani 10 anni fa, ha una nuova attrazione che si spera attirerà turisti: lo sci.

In un paese devastato dalla guerra è abbastanza rischioso viaggiare, per motivi di sicurezza, in direzione delle piste di Bamiyan, anche se, di per sé, questa provincia centrale a circa 130 km ovest di Kabul, è relativamente sicura.

Pur essendo a corto di “after-ski” e impianti di risalita, gli organizzatori sono fiduciosi che viaggiatori avventurosi possano essere destati dall’interesse per l’emozionante bellezza di Bamiyan e dalla promessa di piste non affollate e selvagge.

Anche gli afganistani stanno cominciando a incuriosirsi a questo sport. Tra loro un manipolo di donne della città di Kabul, più liberale, nonostante i rigidi codici sociali del paese, per i quali molte tuttora indossano il burqa in pubblico.

“In Europa e negli Stati Uniti un sempre maggior numero di persone sta riscoprendo lo sci di fondo, più selvaggio e senza decine di persone sulla pista” dice Henry Charles, 31 anni, un britannico addetto alla sicurezza, abituale sciatore a Bamiyan.

“Questa è una tendenza, e Bamiyan è tutto questo….tracci il tuo percorso nella neve fresca e farinosa. E’ grandioso. Siamo a 2500 m di altezza, la neve si mantiene perfetta, come lo zucchero, per diversi giorni.”

Il progetto da 1,2 milioni di dollari per incentivare lo sci fu lanciato nel 2008 dalla Fondazione Agha Khan con l’aiuto dell’agenzia NZAID (l’agenzia umanitaria della Nuova Zelanda)

E’ sostenuto da funzionari locali che sperano che lo sci, e il turismo in generale, possano rilanciare l’economia di una regione agricola povera, dove l’Unesco, la scorsa settimana, ha dichiarato di voler allestire diversi musei per ospitare i resti delle statue dei Buddha di Bamiyan.

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