Traduzione di Nicole Valentini Una bellissima poesia del poeta Neeli Cherkovski dedicata al popolo Hazara. Neeli Cherkovski è un poeta e scrittore statunitense. Ha pubblicato il libro Whitman’s...
Traduzione di Nicole Valentini
Una bellissima poesia del poeta Neeli Cherkovski dedicata al popolo Hazara. Neeli Cherkovski è un poeta e scrittore statunitense. Ha pubblicato il libro Whitman’s Wild Children, una raccolta di dodici saggi su poeti che ha avuto modo di conoscere tra i quali: Charles Bukowski, John Wieners, Allen Ginsberg, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti. Fino al 2008 ha insegnato letteratura e filosofia presso il New College of California di San Francisco. Tra le sue pubblicazioni di poesia vanno citate tra le altre Animal, Elegy for Bob Kaufman e Leaning Against Time.
Hazara
Eravamo Hazara
Quando il sole
E la luna si posarono
Su una mensola
Nel palazzo
Delle stelle cadute
Eravamo Hazara
Quest’alba
Ritti in piedi
In un campo di pietre
Un Buddha
Posato sulle nostre spalle
Hazara ricoperti di gesso
Mezzogiorno crudele aperto dolce
Pioggia, turbini di pensieri
E acrimonia
Uniti in un pianeta
Dove gli animali periscono
E i ghiacciai si fondono
In oceani di silenzio
Luci d’emergenza
Desiderio primordiale – morte in mano
Siamo nati
All’ombra
Di questa pietra
Siamo nati per sorgere rinati
Su oceani
Di labbra e spalle
Nati per seppellire
I nostri morti in cumuli
Di polvere, dalle ossa
Forgiamo il creatore
E in angoli contorti
Piantiamo le nostre viti
Siamo destinati
A ritrovare i due Buddha
Nel suono
Intagliato nella pietra
In un rumore
Trasformato in casa
Splendore blu
Cavalca e scopri
Le braci
Dal loro nascondiglio
Un anello più in basso
L’arena è illuminata
Dal linguaggio dei corpi
Sopra un teschio
Di terra
Hazara
Azzardo
Siamo stati costruiti
Per l’amore
E la rabbia
Noi siamo
Hazara su una ferita
Di notte
Una parte di noi trascinata
Fino in fondo al marmo
Fin sotto le radici
Nel velo delle montagne
Eravamo Hazara
Anche quando vagavano le pantere
Mangiamo lanterne
Blu come polvere
Che alta si libra dalla grotta
Eravamo prove viventi
Ubriache di vino
Da quest’anima ricca
Di terra, vortici di
Tatto e vista
Siamo serpenti
Di ossidiana
Sogniamo deserti
E valichi ardui al passaggio
Abbiamo campi di grano
Resistiamo e resisteremo